venerdì 30 settembre 2011

Il Porcellum condotto al macellum


On.Ministro Roberto Calderoli, si occupa di semplificazione e piromania


Sono frequenti i pregiudizi sulla non-partecipazione degli Italiani alla vita politica. Si parla spesso di disinteresse diffuso e cose simili. Alle elezioni la coalizione che ottiene la massima maggioranza è l’astensionismo. Eppure in questi ultimi due mesi sono state raccolte oltre un milione di firme, quasi un nuovo record, per il referendum abrogativo della legge Calderoli. Questo dimostra che il popolo è passivo quando sa di non poter influire, ma reagisce quando gli si danno gli strumenti per farlo.

Il risultato (ora che è così vistoso) piace un po’ a tutti: all’opposizione ovviamente, anche a quelli che storcevano il naso con discrezione, al Presidente Napolitano, che ha salutato con un certo entusiasmo questo evento, ad alcuni membri della maggioranza come Alfano, e a qualche leghista, forse anche a quello che per primo firmò la legge elettorale chiamandola porcata (da cui il nome porcellum, con cui il politologo Giovanni Sartori la rese famosa).
Ora i promotori prevedono il referendum per la prossima primavera, qualora ricevesse l’ok della Corte Costituzionale, che è lecito aspettarsi.

Come molti di voi sanno, principale motivo dell’ostilità alla legge che si vuole abrogare è il fatto che essa preclude ai cittadini la possibilità di indicare preferenze. Il corpo elettorale può votare solo un simbolo, lasciando agli oligarchi dei vari partiti il compito di eleggere i parlamentari. Un sistema davvero ipocrita, per chi dice di incarnare la volontà popolare.

Ultimamente si è vista l’efficacia dello strumento referendario. Pare che i cittadini sappiano fare politica meglio dei governanti. Badate che questo principio vale solo in Italia, dove i migliori non vedono riconosciuti i propri meriti, e gli individui da centro sociale attecchiscono alle poltrone regie.
Abbiate speranza, il tutto si può recuperare!

giovedì 29 settembre 2011

Appello alla Nazione Attiva


Il Parlamento dimentica le normali usanze di buon gusto etico e pratico… oddio, sono una ventina d’anni che è così, ma fa sempre bene ricordarlo. E per fortuna i nostri rappresentanti politici ce lo ricordano ogni giorno, e sempre con una trovata nuova. Ieri hanno deciso che un indagato per concorso esterno deve essere ministro. Prima ancora ce ne sono state di peggio. Gli Italiani tollerano, alcuni fuggono all’estero, altri si adattano al malaffare. Pochi insorgono, nessuno riesce. Gli indignati sono una marea, ma nessuno li accoglie.

Attenzione, vi dico: il sistema è viziato e non cambierà spontaneamente. Unire le forze disinteressate di indignazione è divenuto un imperativo scontato. Meno scontato è il modo per unirle e dare loro rappresentanza e notorietà. Esiste un movimento sponsorizzato dal discusso comico Beppe Grillo, un movimento giovane e pieno di idèe più che condivisibili. Ora come ora, esso è l’unica piccola fiamma affidabile nel buio della Nazione, e non basta ancora per un colpo di reni come si deve. I partiti d’opposizione affermati al contrario, sono forti di numero, ma non abbastanza, e comunque ideologicamente deboli. Impossibile affidarsi a loro, con le loro magagne interne e interpartitiche, e la loro corruzione.

Occorre un appello collettivo alla Nazione, da parte di tutti gli animi ansiosi di cambiamento vero. Bisogna alzare la voce, ancora di più. Bisogna propagandare la giustizia sociale con le parole giuste, ornare il Vero con la dialettica, perché essa serve eccome. Le masse conoscono solo il linguaggio pubblicitario: compra compra compra! Fate loro sapere che l’azione è un ottimo prodotto, che rende molto più di quanto costa.

A breve pubblicherò delle proposte per risollevare l'Italia, senza oscurare il copyright di chi le ha ideate (non certo io purtroppo).

mercoledì 28 settembre 2011

Saverio Romano è cosa nostra

“C'è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali”

Chi disse questo? Uno dei rappresentanti del neogarantismo all’italiana avrebbe da scegliere tra vari vocaboli, primi fra tutti “fascista”, “illiberale”, “nazifascicomunista”, senza dimenticare l’ormai fuori moda “giustizialista”. Uno che ragiona col cervello e non col portafoglio, non per forza saprebbe rispondere, ma al limite sottoscrivere la validità perenne del messaggio, come me.
Lo disse Paolo Borsellino, quando poteva ancora dire all’Italia cosa fare, come un figlio che cerca di recuperare la madre malata e delirante.

Questo pomeriggio (28/7/11) un ministro imputato da prima del suo incarico è stato salvato dalla casta dei complici. Imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, il reato che per i Cicchitto e Gasparri vari non è un vero reato. Si potrebbe pensare non vi siano connessioni evidenti tra il sopraccitato ministro e Cosa Nostra. Si potrebbe legittimamente pensare che i vari pentiti e collaboratori di giustizia che lo accusano non siano sinceri. E anche che la tentata candidatura da parte sua di un condannato per mafia non sia una prova in sé. Nonché la candidatura effettiva da parte sua e di Cuffaro (condannato per concorso esterno) di Giuseppe Acanto, uomo di Guttadauro.

E’ possibile che tutte queste cose non costituiscano reato. Ma quella del giorno 28 settembre 2011 non è stata una votazione per concedere l’autorizzazione a procedere, ma una mozione di sfiducia.
Ora tornate a leggere le parole con cui inizia l’articolo e dite: voi dareste la fiducia all’on. Francesco Saverio Romano?

Per conoscere meglio la vicenda vi rimando al Passaparola di Marco Travaglio sull'argomento disponibile cliccando qui

La nuova Emancipazione


Non me ne abbiano le femministe, che spesso trovano come sola causa della discriminazione il maschio. Ma se non ci fossero donne e ragazze disposte a fare di tutto, non dico per una vita decente o dignitosa (come umano e tristemente comprensibile sarebbe e troppo spesso è), ma per il lusso sfrenato e il potere, certi ignobili sistemi di selezione esisterebbero comunque, ma non andrebbero più a vantaggio di chi è una vergogna per la categoria femminile. Né del porco di turno.



L’Italia è uno dei paesi con meno meritocrazia al mondo. Facciamo concorrenza alle dittature africane in questo. In qualunque settore, si avanza tramite apposita raccomandata, spintarella, mazzetta… o prostituzione. Il nostro egoismo storico non c’entra, qui la questione è molto recente.

Osservate come queste ragazzette dall’aspetto volgare si turino il naso per farsi pagare centinaia di migliaia di euro (in certi casi la somma è a piacere). A me ciò riempie di paura per le generazioni più recenti. Quasi 20 anni di televisione commerciale e scadente hanno portato in in Italia il modello "fare la fama senza fatica". Oggi, per giustificare i comportamenti di certi uomini pubblici di cui non facciamo il nome, è possibile che la tendenza al conformismo porti ad accettare come normale la prostituzione femminile "di lusso".

Il processo è già in corso: prendete un sostenitore del Governo e chiedetegli delle solite vicende pornografiche trite e ritrite. Fategli però una domanda un po' diversa: chiedetegli se trova accettabile che una bella ragazza scelga di prostituirsi per somme stratosferiche. Nella migliore delle ipotesi eclisserà la domanda. Nella peggiore, vi risponderà con fierezza di sì, in una delle tante modalità che sia io che voi abbiamo già sentito addirittura da certa stampa nazionale (è bravo, è virile, un toro da monta, non c'è niente di male, e via disgustando). Sono pronto a scommettere che qualcuno sarebbe fiero di mandare la propria figlia ad Arcore (difatti è già successo con Noemi Letizia).

Le Italiane di valore non devono tollerare questi abusi della donna in sè. Nè da parte dei potenti porci sfruttatori, nè da parte di quelle che sono semplicemente zoc**le. Esatto, finiamola di chiamarle escort. Finiamola anche di chiamarle prostitute. Le prostitute cercano di sopravvivere come possono, nei modi più disperati. Mai come ora la parola più adatta è zoc**le. Sono zoc**le quelle che si comprano la bella vita vendendosi a un vecchio bavoso miliardario. Sono zoc**le che disonorerebbero la categoria femminile se essa non fosse piena di più che degne rappresentanti.

martedì 27 settembre 2011

Ddl Intercettazioni: conosciamo il nemico

La minaccia è ufficiale: la proposta di legge anti-intercettazioni (nome volgare per anti-un-po'-di-tutto) sarà discussa, di nuovo, entro ottobre. Sarà tale e quale quella di due anni fa, che a sua volta era assai somigliante a quella dell'ultimo governo Prodi (sia detto a merito dell'attuale Governo che quella era una signora porcata in confronto a questa). 

Ora vi presento i punti salienti del ddl in questione:
  • I magistrati che gestiscono un'inchiesta non possono essere nominati o raffigurati in foto se non per importanti fini di cronaca (non c'entra il rispetto di certe credenze popolari secondo cui le foto ruberebbero l’anima. Leggetevi invece il Piano di Rinascita democratica della P2: secondo alcuni burloni c'è una certa connessione).
  • Le intercettazioni possono essere divulgate quando pubbliche, ma solo se riassunte. Perdonatemi, non ho idea di dove vogliano andare a parare, visto che il riassunto di un fatto può dire tutto e il contrario di tutto... o forse è proprio qui che vogliono arrivare?
  • Intercettazioni, anche ambientali, e raccolte di tabulati telefonici sono consentite solo per reati estremamente gravi, e che in generale non riguardano (quasi) mai la casta (detenzione di droga, armi, esplosivi, ecc.)
  • Si possono disporre registrazioni di conversazioni se e solo se si è certi che sul posto si stia svolgendo un reato. Il magistrato arriva e chiede ai due mafiosi “che per caso siete criminali? Ah allora posso piazzarvi qui questa cimice? Tanto è piccola, non da fastidio. Grazie, molto gentili”.
  •  Il PM è autorizzato a disporre le intercettazioni solo quando vi sono evidenti indizi di colpevolezza. Le intercettazioni servono prima di tutto a trovare indizi che inchiodino l'indagato. Questo comma le rende pressoché inutili.
  • Se compaiono nelle intercettazioni nomi di persone estranèe alle indagini, questi vanno omessi. Aggiungerei, con conseguente perdita di informazioni sia per le indagini, sia per l’opinione pubblica, che comunque sarebbe all'oscuro di tutto grazie agli altri punti.
  •  I risultati delle intercettazioni relative a un procedimento, non possono essere utilizzati in altri procedimenti salvo rare eccezioni. Se intercettando Tizio spacciatore scopro che Caio è uno stupratore, non posso usare questa forte prova per incriminare Caio. Uno dei punti che preferisco.
  •  Se oggetto di intercettazione diviene una vicenda connessa ai servizi segreti, vige il segreto di Stato. Ad ogni modo niente paura: è la presidenza del consiglio a decidere se vi sia o no questa possibilità, e può prendersi fino a 30 giorni per decidere. Senza fretta presidente!
  • Quando l'azione penale è esercitata nei confronti di un ecclesiastico o di un religioso del culto cattolico, l'informazione è inviata all'autorità ecclesiastica competente (quindi di ordine superiore). Difatti, gli ecclesiastici non coprono mai i reati dei loro dipendenti, dunque possiamo fidarci. Da notare che questo punto si riferisce solo ai religiosi “del culto cattolico”.
  • Per la stampa non periodica l'autore dello scritto provvede, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione delle dichiarazioni o rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate informazioni da essi ritenute lesive della loro reputazione. Da notare che non è necessario che le informazioni scritte siano false. Basta che l'on.Tizio si senta offeso e si è tenuti ad accontentare le sue richieste più o meno folli. Come già detto, questo riguarda anche gli spazi Internet.
  •  A decidere il tetto di spesa annuo per le intercettazioni è niente di meno che il Guardasigilli, al quale peraltro le procure inviano i resoconti annuali della spesa sulle intercettazioni. Dopodichè, c'è da aspettarsi che Nitto Palma stili le pagelle.
Il resto si riassume in varie rappresaglie esagerate contro la stampa ribelle e in tutto ciò che ho dimenticato o tralasciato. Dopotutto basta questo per farsi un'idea della situazione, mentre le considerazioni le lascio a voi.

lunedì 26 settembre 2011

La verità gli fa male

Le puttanesche conversazioni presidenziali sono divenute, già dagli inizi, un fenomeno globale. Tutto il mondo è sintonizzato sulle frequenze delle Arcore’s Nights da quanto…2-3 anni?

E’ un’indecenza, questo lo pensiamo tutti. Da Silviuccio, che cambia tre telefoni al giorno per non farsi intercettare senza capire che intercettano quelli con cui parla, povero, a chi ha abbastanza decenza da storcere il naso pensando a un PdC che difende i valori cristiani castigando pulzelle più o meno maggiorenni, solo per dirne una.

Non temete, ci pensa il governo della "rivoluzione liberale" a fare ordine (nascondere lo sporco sotto il tappeto) con la Legge-bavaglio new edition 2011! Immagino un po’ tutti sappiate di cosa si tratta: per citare solo i punti più famosi, le intercettazioni (che sarebbero atti pubblici quando il processo parte) non devono più essere divulgate se riguardano lorsignori; poco male, perché le intercettazioni stesse saranno pressoché inutilizzabili se anche solo vi si nomina un parlamentare (se fossi un rapitore potrei chiamare il mio complice “Renato Schifani” al telefono, così ‘sti sbirri mi lascerebbero in pace).

Queste cose, salvo i lettori di  fogli abusivi e giornali-figli-di-papà vari, le sapete un po’ tutti. Quello che non tutti sanno è che  infilato nel ddl c’è anche un provvedimento da pedigree contro la libertà d’espressione in Internet. Una derivazione del ramo-bavaglio della legge, che costringe qualunque entità virtuale ad applicare la rettifica dei contenuti sgraditi “entro 48 ore dalla richiesta del soggetto interessato, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.


Avete finito di ridere? Io riderò quando questa porcata entrerà in vigore, perché imbavaglierà ‘sto cazzo, se mi passate il termine. La menzogna ha una differenza di fondo con la verità: è falsa invece che vera. Ora vi spiego come farete a riconoscere una notizia vera da una falsa presente su questa piattaforma, nel malaugurato caso in cui questo progetto piduista(fa molto Di Pietro) passasse: la notizia vera sarà supportata da fonti e prove concrete, che il lettore potrà testare da sé.  La rettifica falsa da contraddittorio alla Santanchè si riconosce perché non si sa da dove scappa fuori. Ma infondo non bisogna avere doti particolari per capire che cose come “Dell’Utri non ha condanne” o “La Gelmini è molto istruita” sono frasi imboccate dal governo del ducetto. 

Torneremo sull'argomento ddl Intercettazioni, per svelarne i particolari più o meno noti al più presto.

domenica 25 settembre 2011

Democrazia debole, Costituzione fragile

E' assai triste: abbiamo "la Costituzione più bella del mondo" per dirla con Bersani...è anche una Costituzione rigida, quindi modificabile solo dopo procedimento aggravato (assai raro che si concluda con una modifica).

Eppure, se la qualità e il valore della Carta fossero il riflesso della realtà, non saremmo gli stessi. Non avremmo dei secessionisti da strapazzo al Governo, liberi di incitare alla divisione fisica d'Italia, già ottenuta quella morale tra l'altro; non avremmo un Presidente del Consiglio-riproduzione in scala estesa (ma nemmeno tanto) di un fastidioso ragazzino viziato, di quelli che danno ordini a genitori sottomessi; non avremmo un'invasione di campo costante, ridicola e al contempo tragica dell'esecutivo verso il potere giudiziario. Se la Costituzione fosse davvero inviolabile, non saremmo quel che siamo ed è chiaro a tutti.

Come è potuto accadere, vi starete chiedendo. La mia risposta è semplice: degrado culturale,  antico e costante. Da 150 anni a questa parte, ogni individuo sul suolo italiano non ha fatto altro che tutelare i propri interessi, o tutt'al più quelli della propria categoria. Ciò che di buono c'è, e non è poco, lo dobbiamo a poche anime elette, degne della nostra memoria.

Guardate ora alle nostre istituzioni. Guardate al Quirinale e ai Palazzi imponenti e fieri. L'egoismo di massa, disinteresse, sciatteria sociale, ha lasciato all'egoismo di casta carta bianca. I banditi del potere non temono le leggi e non temono il proprio popolo. E' un lusso che possono ben concedersi.

Per di più, danno dei fascisti a coloro che sommessamente li richiamano all'ordine. Chi li combatte diviene un  criminale politico. Ebbene, quando i delinquenti sono liberi di appioppare lo status di delinquente agli onesti, allora un sistema è crollato. La democrazia va salvata dalle proprie debolezze.

In certi casi, vale la pena passare per fascista.

L'utopia è tale finché non si realizza!


Sono alquanto spaesato, ho creato un blog senza avere basi di informatica e conoscenze di Internet superiori a quelle di un bambino di 11-12 anni e pertanto non ho idea di dove andrà a finire... dalla mia ho solo qualche capacità di scrittura (in italiano pressochè corretto) e un obiettivo.

Per chi si imbattesse in questo embrione di sito, ve lo presento per come vuole essere e presumibilmente diventerà: saranno qui trattate le notizie che riterrò degne di nota (quindi spesso le più censurate), relative alla spirale verso il baratro disegnata da decenni di politica italiana sfuggita al controllo democratico e libera di impazzare come meglio crede. Svilupperò opinioni che invito calorosamente a dibattere e ad osteggiare senza problemi.

Questo blog è a sua volta l'embrione di un progetto più grande...ma non è ora di parlarne! Di fatto, ciò che mi ha spinto a questa iniziativa è il sogno di ispirare la resurrezione dello Stato Italiano. Sogno utopistico, quindi irrealizzabile secondo il senso comune (definizione di dizionario? Sono troppo sciatto per andarla a cercare, la mia mi piace di sicuro di più).

C'era un tempo in cui la parola "utopia" mi spaventava. Poi ho scoperto che non c'è utopia che non possa realizzarsi: era utopia la Democrazia meno di un secolo fa; con la Democrazia è stata utopia la nascita di un nuovo regime autoritario, finchè non hanno preso vita i governi fascisti e comunisti europei. Solo ciò che contraddice la matematica è scientificamente impossibile e forse neanche quello. La storia umana ci insegna che l'utopia è tale finché non si realizza.