mercoledì 30 novembre 2011

Da "andate e moltiplicatevi" a "figliate e non studiate"

Donna antipatriottica, vai a produrre neonati!
L'Italia è un paese per vecchi e di vecchi. E' un disastro, perché buona parte della forza di una nazione è costituita proprio da una preponderanza di giovani. Insomma, una questione di una certa importanza e delicatezza, da affrontare con sobria lucidità. Dunque, preso atto di questo, Camillo Langone riversa nel giornale Libero (questa volta davvero "libero", anche troppo) la sua saggezza in perle e ci offre la soluzione al problema.

Partiamo da un distinguo, visto che cadere nel turpiloquio verrebbe molto facile: ciò che l'articolo racconta e ciò che il giornalista propone. L'una cosa è un dato di fatto, l'altra è il dato di un fatto (Langone).
E' probabilmente vero che la scolarizzazione femminile sia statisticamente correlata a una natalità più contenuta, come afferma anche una ricerca della Harvard Kennedy School of Government. Basti fare anche un semplice ragionamento su scala mondiale e vedremo che i paesi meno avanzati e dunque meno acculturati (semplicemente perché l'istruzione è un lusso, non certo per volontà delle persone) sono quelli più proliferi. Spesso procreanti fino all'emergenza opposta a quella italiana. Comunque tranquilli, l'ultralibero ci rassicura: per risolvere il problema non dobbiamo per forza diventare islamisti o buddisti (se leggete il suo articolo scoprirete che non sto scherzando).

Dunque il giornalista non basa i suoi ragionamenti discutibili su dati inesatti. Ma è abbastanza palese che la soluzione non può essere regredire al Medio Evo. Abbiamo trascurato un aspetto che contribuiva a rendere la pagliacciata ancora più pagliaccesca: il motivo per cui bisognerebbe figliare a tutti i costi, per Langone è il rischio che ci siano sempre più immigrati e sempre meno italiani. Di immigrati il giornalista si ritrova spesso "completamente circondato" e gli "sembra di vivere un incubo". Esperienze che traumatizzano a vita fino a danneggiare il cervello. E' anche colpa della Lega che ha parlato tanto e fatto poco (insomma, li vogliamo usare questi fucili padani o no?).

Sull'argomento non ci dilunghiamo oltre. La pittoresca uscita è solo il risultato di una "carenza d'attenzioni giornalistica". Si parlerà del caso-Langone a lungo, come già stiamo facendo, e probabilmente è questo il fine che ha portato alla stesura dell'articolo. Ma c'è sempre il rischio che non sia solo questo. E rischi apparte, c'è la certezza che qualcuno lo prenderebbe veramente sul serio.

Ministri visitors

Non dite che non l'avete notato anche voi. I nuovi ministri sono inquietanti. Intervistati dai giornalisti Rai, tacciono per alcuni secondi prima di elaborare una risposta che è però tutt'altro che articolata.
Giornalista: "Cosa farà adesso?" Ministro: "(5 secondi)... Vado a pranzo" Giornalista: "Quali riforme intende prendere?" Ministro: "(fissa il vuoto per un po', irrigidendo le membra)... Vediamo... ne parleremo".
Cybernetico Monti: "Oggi è una bella giornata". "E' domenica, vado a messa".

C'è qualcosa di strano in tutto ciò: una volta a una domanda innoqua, in tipico stile pecorino italiano - "farete le riforme?", "farete la patrimoniale?", "qual'è la vostra posizione circa la durata di cottura ottimale per la pasta?" - il ministro di turno si dilettava in uno sproloquio pluriarticolato fino a dubitare della forma geoidale della Terra. Il nuovo pseudogoverno invece tace, non parla o parla di meteorologia. I ministri sembrano a disagio nei loro panni politici. Dopo la nomina dei ministri, a Montecitorio parla Bersani e Monti lo guarda con un'espressione orrorifica che pare un misto di paura e morbosa curiosità. Come se avesse visto una rana bicefala.

Ecco, alcuni sono giunti ad una conclusione. Monti & co. sono in realtà alieni sotto spoglie umane. Un manipolo di rettiliani si sarebbero infiltrati nella politica grazie a un complotto interplanetario con un fine: studiare il popolo italiano dal punto di vista sociologico e anche zoologico, per poi sottometterlo, accortisi che la cosa è tutt'altro che difficile.

L'ipotesi aliena resta quella più probabile, ma si può giungere anche a conclusioni diverse. Monti & co. furono redarguiti sull'interdizione alla candidatura in futuro, come sappiamo. Poi, ogni santo giorno, sentiamo i vari politici dalla carriera centenaria lodare il fatto che lo pseudogoverno non fa dichiarazioni politiche. What's the meaning of? A simili arcani si può dare una spiegazione che è solo ipotetica: con tutte le ombre che questo governo ha, esso è comunque un'immagine di credibilità. Così come gli italiani si sono stufati delle scemenze alla Grande Fratello, essi potrebbero stufarsi di partiti-azienda di plastica e sinistroidi democristianoidi da strapazzo. Non è ammessa sobrietà né coerenza. Non devono intromettersi personaggi esterni, da qualunque galassia provengano.

domenica 27 novembre 2011

Qualcuno era europeo

New York Times: molti istituti di credito esaminano la possibilità di una disintegrazione dell'area euro; nel Regno Unito, Royal Bank of Scotland mette a punto piani di emergenza nel caso in cui l'impensabile diventi realta'. Negli Stati Uniti le autorita' di regolamentazione spingono le banche, fra le quali Citigroup, a ridurre la loro esposizione verso l'area euro. In poche parole, gli angloamericani ci abbandonano, temono la nostra implosione o tutt'al più ci snobberanno, togliendoci la fiducia e i loro investimenti. 

Poco di interessante. E' del tutto prevedibile che in tempo di crisi globale, chi ha scelto di "starne fuori" come il Regno Unito diffonda l'idea che l'Euro stia collassando nella rovina generale. Il Foreign Office esorta le ambasciate inglesi dell’eurozona a preparare "piani d’aiuto in caso di collasso dell’euro e possibili, conseguenti sommosse popolari". L’Economist: "l’euro si distruggerà a giorni. L’evento scatenante può essere il fallimento di una grande banca, la caduta di un governo, un altro flop in un’asta di titoli".
Ma le visioni di rovina imminente non sono solo una questione inglese o americana.

"L’Europa sta diventando una grande Grecia" sarebbe il concetto espresso nell'incontro di ieri dei ministri delle finanze di Germania, Olanda e Finlandia. Già abbassato il rating di Belgio, Portogallo e Ungheria, ora si prevede il declassamento della Francia. Oggi anche i giornali tedeschi insinuano il dubbio: il governo federale avrebbe chiesto una “simulazione” di fallimento della valuta europea.

La cancelliera Angela Merkel, chiavabilissima per carità, dovrebbe avere chiaro il concetto: cadiamo noi cadi anche tu. Cara Germania, hai voluto il timone? Inutile cercare di non affondare con la nave. Il finale più probabile è che ad implodere non sarà solo l'Euro, ma il sistema di avidità umano, che ha portato alle banche uno strapotere dannosissimo per tutti. Uno strapotere antecedente l'Euro di qualche secolo.

sabato 26 novembre 2011

Il concetto di Destra: ci avete mai pensato?

Sul nuovo pseudogoverno se ne possono dire tante, ed è stato fatto (anche qui). Si può parlare di Passera - ma sta volta B. non c'entra - e del suo conflitto d'interessi che comunque non è dei peggiori; si può parlare di Di Paola e del suo alto ruolo all'interno della NATO; si può parlare della dott.ssa Severino come di una considerevole avvocatessa alla giustizia... nonché dello stesso prof. Monti e dei suoi trascorsi nella GS.
Ma fortunatamente la situazione lascia spazio ad un "eppure"!

Eppure nessun ministro è indagato per mafia o per sfruttamento di prostituzione minorile. Neanche un membro del governo è al centro di scandali e inchieste: da quand'è che non si sente parlare di magistratura politicizzata? O di intercettazioni illiberali? O anche solo di un sobrio "forza gnocca"? Tutto questo trascorso, l'Italia lo ha prima subito, poi metabolizzato nell'arco di 17 anni. La politica si era in fine abbassata al livello delle subculture giovanili, tanto che il pdC era una proiezione in grande di un tamarro diciassettenne o di un concorrente del Grande Fratello. Comunque sia stato, passato il passato, oggi è il presente.
Come percepiscono questo esecutivo gli italiani? Principalmente bene, di acqua alla gola non se ne poteva più. Per quanto riguarda l'idea che ciascuno di noi si è fatto di Super Mario e della sua squadra, c'è veramente da stupirsi: nessuno, ma proprio nessuno ha capito che si tratta del primo governo di destra dell'ultimo ventennio. Per avere l'illuminazione ho dovuto leggere l'articolo di apertura dell'Internazionale a firma Giovanni De Mauro. Ammiragli, banchieri, prefetti, ambasciatori, cattolici e altoborghesi... questa, che piaccia o no, è la Destra, riconosciuta tale in tutto il mondo.

La destra di oggi, almeno nell'Italia umiliata da Bellicapelli (e dalla banda Bersani), è diventata sinonimo non più di liberalismo ma di libertinaggio; non più di meritocrazia, ma di criminocrazia; non più di Patria, ma di secessione. Si salvano solo i bigottismi più beceri delle frange estremiste dei cattolici lobbysti... 

Cari Italiani, destiamoci e, se proprio non riusciamo a non essere un popolo di servi (cit. B.Mussolini), impariamo almeno a dare un nome alle cose!

lunedì 21 novembre 2011

Parla con La7

Parla con me andava in onda dal 2004. Nell'estate scorsa il cda di destra ha battuto quello di sinistra e il presidente Garimberti (5 a 4) per la cancellazione del programma nella stagione 2011-2012. E fu così che uno dei programmi più seguiti in seconda serata fu cancellato per i capricci dell'allora premier/bambino viziato e per la lottizzazione sfacciata e intollerabile della tv che fu pubblica.

In ordine al principio secondo cui l'informazione deve dare ragione alle maggioranze (per una solida e sana opera di caprinizzazione), la Rai ha perso programmi d'informazione, satira e cultura che erano anche fruttiferi in fatto di share. D'altra parte quando si vede sostituire Santoro con Ferrara, qualche dubbio su meritocrazia, pluralismo e persino sulle universali regole di mercato viene un po' a tutti gli organismi pensanti. Dubbio che ora viene persino ad alcuni dirigenti Rai che pensano di sbarazzarsi di Minzolingua, ormai inutile (perché, lo è mai stato?).

Ecco come funziona, prima un'azienda si autolesiona offrendo il suo servizio in sacrificio al dio-partito, poi alla morte del padrone si piange sul latte versato. Serena Dandini, insieme alla squadra che la supportava nell'ultima stagione pressoché invariata, tornerà nei palinsesti... quelli di La7 ovviamente. Nulla di strano in ciò, quando un'azienda diventa il contrario della competitività, le altre devono approfittarne, e la rete di Telecom Italia Media, quando può, ne apporfitta.

Ordunque, da gennaio nel prime time del sabato (dalle 21:30 a 0:00 il sabato e alle 19:30 ad anticipare il tg sabato e domenica). E’ ufficiale. La partitocrazia ha inferto nuovamente un duro colpo all'azienda pubblica che ne è infettata (forse non per molto), regalando alle reti private un'altra opportunità gratuita.
Alcuni dirigenti, come l'amministratore Rizzo Nervo, guardano la stupidità delle scelte Rai e si indignano: "In pochi mesi sono stati regalati alla tv concorrente Roberto Saviano, Corrado Formigli, Paolo Ruffini, quattro puntate evento di Fazio-Saviano e adesso Serena Dandini". 

Disse una volta il Berlu che non valeva la pena pagare il canone Rai. Dalle parole ai fatti: fra un po' la gente premerà per pagarlo a La7 il canone.

domenica 20 novembre 2011

Guerra e miliardi: il "giusto onere"

Il Ministro della Difesa, Ammiraglio G. Di Paola
Missione in Kosovo: dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2001 > equivalente di oltre 700 mln di euro; dal 1 gennaio 2002 al 30 giugno 2006 > quasi 2 mld di euro
Missione in Iraq: dal 1 giugno 2003 al 30 giugno 2006 > oltre 1.534.604.000 di euro più i nostri militari deceduti.

Oggi l'ammiraglio Di Paola inaugura il suo incarico da ministro. Ma lo fa inequivocabilmente da presidente del comitato militare della NATO: "farò la mia parte per assicurare che l'Italia continui a farsi carico del suo giusto onere all'interno dell'Alleanza". Queste parole si possono tradurre in vari modi secondo la sensibilità; uno potrebbe essere "nessuno tocchi le missioni ordinate dall'Organizzazione".

Volete sapere quanto ci costano le missioni militari? No che non volete saperlo, vi eravate ripromessi di non bestemmiare. Comunque non vi è nulla di più facile: potete aprire questo link e salvare il file zip in esso contenuto (niente paura è emanato da un Ministero). Se non vi fidate potete accedere al sito del Ministero della Difesa (che è anche molto ben fatto), aprire la sezione "Organigramma" per poi cercare nell'elenco a sinistra "Le operazioni militari". La prima voce sotto la mappa contiene un file zip di 150 pagine. In esso vi sono segnate tutte le spese per le varie missioni all around the world. Potrebbe stupirvi che le operazioni in corso sono molto più numerose delle solite note. E molto più costose dell'umano immaginabile.

Nulla di nuovo sotto il sole. Non è la prima volta che l'Occidente intero vive una forte angoscia e pressione economica senza che questo tipo di spese abominevoli cessi minimamente. Accadeva nel non lontano 2006 come accadeva in tutta la storia contemporanea. Homo homini lupus. E in quanto lupus non perde il vizio.

sabato 19 novembre 2011

La crociata delle capre


Per quanto si possa amare questo Paese, per quanto ci si sforzi di avere fiducia nella grandezza del suo Popolo, tanto bisognerà fare i conti con il completo rincoglionimento delle masse di tuttologi nullasapienti.

Tutti convinti che tolto Berluscomiche andrà per forza meglio. Chi si azzarda a dire che il nuovo ministro dello Sviluppo Economico ha un leggero conflitto d'interessi, che il neo-guardasigilli sarà anche donna ma è l'ennesimo avvocato alla Giustizia (che di lorsignori ne ha difesi tanti), che il ministro della Difesa è un pezzo grosso della Nato, che le riforme potenzialmente giuste devono comunque passare ai voti di centinaia di picciotti... allora è un criticone cui non va bene niente, che non propone mai e che soprattutto rimpiange il Berluscomiche di cui sopra. Quale immonda feritoia genitale ha partorito cotanta idiozia?

Ipotesi 1: orfani di Berlusconi, coloro che non capivano una proverbiale cippa di politica e di diritto non sono in grado di comprendere che ne possono esistere di peggiori (seppur meno ridicoli).
Ipotesi 2: se per capire chi è B. ci vuole un livello di senso critico anche minimale, comprendere interessi economici e di potere meno manifesti ma più grandi equivale per una mente ingenua e scarsa di titoli di studio a realizzare che l'Antico Testamento non è un testo storico.
Ipotesi 3: dopo aver sostenuto per anni che B. è il male assoluto, per essere coerenti con la propria idiozia bisogna negare che i suoi successori possano essere della stessa razza o peggiori.
E' più probabile che così come remare contro Berlusconi faceva più figo che osannarlo, allo stesso modo oggi le masse abbiano trovato asilo nella sempre fresca moda del ma che ce frega ma che ce 'mporta.


ps: detto questo, gli eventuali uomini-capra che hanno letto staranno già pensando "chi ha scritto queste cazzate dunque rimpiange Berlusconi!" Se è così non perderò tempo a confrontarmi con la brutale ignoranza del popolino. Otterrei più risultati ad arringare un manipolo di cellule procariote.

venerdì 18 novembre 2011

Grazie Silvio, almeno tu ci facevi indignare

Era prevedibile e da molti previsto: fine di Berlusconi = fine dell'interesse politico.
Ieri la terza puntata di Servizio Pubblico ha subito un calo notevole di ascolti. La trasmissione comunque è ancora competitiva se si considera la sua assenza dalla tv pubblica, ma Santoro non era partito da uno share inferiore al 10%. Il perché è semplice: Silvio Berlusconi, oltre che corrotto, incapace e moralmente discutibile, era ed è un personaggio interessante.

Parliamoci chiaro: in quale angolo del pianeta è possibile trovare un magnate millemilamilionario presidente del Consiglio di una potenza mondiale, padrone di tre televisioni competitivissime, una serie di testate giornalistiche intente a leccargli anche comicamente il deretano, che a 73 anni gestisce ed usufruisce di un harem privato con minorenni incluse nel prezzo che lui paga per non prostituirsi e per essere imparentate con dittatori africani?

Non solo: Berlusconi era palesemente inadatto a governare: tutti sapevano chi era e cosa faceva il proprio PdC; anche i bambini conoscevano i suoi pittoreschi ministri; le sue vergogne erano alla portata di tutti. In parole povere, Silvio ha avvicinato alla politica (o a una versione porno della stessa) tutti coloro che normalmente se ne sarebbero fregati, creando seguiti e opposizioni di dimensioni nazionali. La stessa situazione non sarebbe possibile con un uomo serio e quadrato come Mariocop Monti. Conseguenze?

Gli italiani sono stati abituati al peggio negli ultimi 17 anni: per noi è diventato normale che un indagato diventi ministro per essere salvato dalle manette; anche lo sfruttamento di minore è stato oggetto di giustificazione da parte di certi noti volti televisivi.

La gente non si indigna se un Corrado Passera diventa ministro dello Sviluppo Economico dopo essere stato amministratore delegato di Intesa Sanpaolo e protagonista di numerosi casi di conflitto d'Interessi. Non dopo essere stata abituata ai conflitti d'interessi berlusconiani, discreti quanto lo strabismo di Gasparri.

Ah caro Silvio, compianto dai folli, denigrato dagli ingrati, noi tutti dobbiamo a te e al tuo cattivo gusto il nostro senso estetico e della morale.

giovedì 17 novembre 2011

Il Governo dei Balocchi

(Mentre leggete immaginatevi una colonna sonora da favola alla Walt Disney) - 16 autorità senza macchia e senza paura scendono in politica divenendo ministri per il nostro bene. Ben tre - e dico tre - donne. E sarà la crescita e sarà l'equità. Ecco il favoloso programma: ridurre il costo del lavoro con aumento delle tasse su consumi e patrimoni; tagliare i costi della politica e abolite le Province; combattere "evasione e illegalità". - (Ora serve una musichetta inquietante e una risata malvagia in sottofondo) - Ma c'è qualcuno che trama nell'ombra... nel Governo Ombra.

Forse siamo stati precipitosi. Forse non era un governo sano la cura alla malattia italiana. E' più probabile che venga infettato a sua volta, come si sta già prospettando. Le promesse del magnifico pseudogoverno sono inconciliabili con la mentalità partitocratica che è sempre e comunque arci-radicata. A riprova di ciò le ultime minacce del Nano Malefico: "Sull'esecutivo deciderà il PdL". Egli ha già fatto presente che ricorrerà alla piazza dei pochi fanatici che ancora lo sostengono e che il Popolo della Libertà (provvisoria M. Travaglio) fisserà alcune priorità quali le intercettazioni e altre riforme di libertà che in questa Italia giustizialcomunista non ci sarebbero ancora (ma il fatto che te e i tuoi compari siete a piede libero non è la prova del contrario?).

Il motivo per cui i responsabili (quelli veri, badate) speravano in un governo tecnico era che nessun governo eletto avrebbe approvato leggi di austerità in tutte le direzioni. Eppure Super Mario promette appunto tassazioni sul patrimonio e sul consumo, provvedimenti anti-casta, abolizione delle Province, lotta all'evasione... Chi credete voterà una sola leggina che tratti questo argomento? Fioccheranno invece le astensioni e i voti contro di PdL e Lega Nord (a tal proposito, Calderoli ha già denunciato la macelleria sociale dello pseudogoverno. Ma se ancora deve ottenere la fiducia! lol).

Questo governo non ha una maggioranza meno instabile di quella del precedente. Contro la "macelleria sociale" si ergeranno i Robin Hood di no'antri, Lega e IdV. Contro una patrimoniale anche ragionevole alzeranno le barricate i berluschini. Chi è che ha detto "è già campagna elettorale"? Per quanto riguarda l'abolizione delle Province, forse gli azzurri ci staranno, dopo lo scisma con Bossi... ma non ci contate. Per quanto riguarda illegalità e privilegi - la stessa cosa, checcè se ne dica - non c'è distinzione che tenga: Napolitano potrà apprezzare di nuovo la condivisione di intenti.

mercoledì 16 novembre 2011

La Casta si è fatta tecnica?

Mattinata storica per la politica italiana: habemus ministros! (et che ministros!)

Nel nuovo pseudogoverno (così detto in quanto non eletto dal popolo, come anche gli ultimi due comunque) c'è posto per un elite ristretta di autorità di ogni campo. Comun denominatore il non essere mai stati elementi attivi della politica. Particolare importante simbolicamente, buon per loro, ma indifferente nella pratica. Nemmeno Berlusconi è nato politico se per questo. Comunque i pregiudizi non sono mai positivi... dunque passiamo al come mai non si tratta di pregiudizi, presentando all'Italia il suo nuovo pseudogoverno.

p.s. per i giacobini-giustizialisti-nazicomunisti: ministro della Giustizia è ora un'avvocatessa (strano!) ricca quanto te e tutto il tuo albero genealogico messi assieme. Il garantismo è bipartisan, i colletti bianchi li ha difesi a destra e a sinistra. Dunque ieri le inquietanti smorfie di Angelino erano di soddisfazione.

martedì 15 novembre 2011

Al Crepuscolo... le ultimissime ore del governo B IV

Monti piace, non piace...alla fin fine piace. Intanto il governo attuale è ancora quello eletto nel 2008 (eletto il governo? Sorry, governo dei partiti eletti). Vediamo dunque cosa accade negli ultimi, ultimissimi giorni del governo dell'amore mentre i commentatori politici aspettano la nomina dei ministri di domani come i bambini aspettano la notte di Natale.

Tracollo delle borse come nei recenti giorni "si dimette sì, mi dimetto no". Si è trattato di un fenomeno più che altro europeo (male anche Francia, Belgio, Olanda e Austria), ma il fermento politico nazionale non può che aver influito a sua volta. Tanto basta per far titolare alla stampa non più di regime ma già nostalgica che non era dunque Berlusconi a causare la sfiducia dei mercati. Verba facilmente autocommentabili.

Piuttosto spostiamoci alle questioni interne e vediamo che accade: tra gli ultimi atti di un governo che è stato quello che è stato, la revisione di alcuni articoli della legge 40 in tema di fecondazione assistita. Articoli-divieti già giudicati illegittimi anche dalla Corte Costituzionale, ma che proprio non vengono abbandonati dagli integralisti cattolici amici del Vaticano. Che biobirboni.

Per quanto riguarda la situazione tattico-politica, l'impressione è che la prospettiva del nuovo governo lasci tutti impreparati. Nel PD non è chiara la posizione sentimentale nei confronti di Letta zio. Ma se lui il sottosegretario non lo vuole fare, perché vi ci mettete voi democratici? La Lega ha le idèe più chiare: sanno già che prendere le distanze da Monti adesso potrebbe salvar loro la faccia in futuro. Niente compromessi per i verdani che devono recuperare un calo assurdo di credibilità. Ai compromessi dovuto. Furbi e tenaci.

Il segretario PdL Alfano pare quello più soddisfatto del colloquio, almeno secondo il tg di La7 (per onor di cronaca, mentre si parlava dell'espressione serena dell'ex guardasigilli si intravedeva l'interessato eseguire una serie di smorfie grottesche). I delegati del PdL hanno tenuto Monti occupato per quasi due ore. Due ore con Alfano, Gasparri e Cicchitto. Affidabile non lo so, ma tenace, questo Monti, lo è di sicuro.

lunedì 14 novembre 2011

Tornerà a colpire... oh se tornerà a colpire

"Finalmente non dovremo più parlare sempre e solo di Silvio Berlusconi" esultava Indro Montanelli nel lontano dicembre '94. Molti oggi la pensano così. E non c'è cosa esteticamente più meravigliosa della voglia di tornare alla politica. Purtroppo però il Grande Vecchio fu deluso dalla storia: egli aveva sopravvalutato gli italiani, o meglio gli italiani erano diventati, nel frattempo, sopravvalutabili.

Oggi B. muore politicamente, ma i suoi interessi sono ancora vivi e più in conflitto che mai. A dimostrazione di ciò le parole minacciose della sua emanazione alfanica: "il nuovo governo non metta alla giustizia un militante".
Traduciamo per chi non avesse affinità con la lingua del papello: "al ministero della giustizia non ci vada chi ritiene incostituzionali le cose incostituzionali. Se non è uno dei miei tanti cloni sparsi per l'Italia non vi appoggeremo. Capiito mi hai?"

In particolare, a Milano l'ex PdC è imputato in tre processi e rinviato a giudizio in uno. Ora che non è più membro del governo, sono legittimi solo gli impedimenti legittimi. Anche se potrebbe utilizzare il metodo-Previti (il quale, per disertare i processi in cui era imputato si improvvisava tuttologo e sollevava questioni di ogni genere su cui poter votare in aula ogni volta. Spassoso). Questo avrebbe i suoi risvolti positivi: mai più assenteismo. Per lo meno di lui.

Apparte quella di fare il parlamentare diligente, l'omino ha un'altra strategia in pugno: minacciare il governo Monti di non appoggiarlo se questo non risolverà i problemi e le esigenze di B., ne abbiamo già parlato.
A questo punto assisteremmo al primo caso di parassita attaccato all'ospite anche quando lo ha già ridotto in fin di vita (i parassiti ematofagi sanno quando smettere e passare ad un altro ospite... evidentemente non lui).

Per questo non è ancora finita. Per questo sarebbe un errore non nominarlo più (stile Veltroni). Ricordate che questo governo probabilmente non sarà migliore del precedente. Anzi, si regge sui suoi voti.

Mr Obama e la "tirannia del petrolio"

Da yes we can a yes we could a no, we can't manc for caz. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dice addio ai sogni di gioventù, ovvero di quando non era ancora stato eletto.

“Sono assolutamente certo che fra qualche generazione saremo in grado di guardare indietro e spiegare ai nostri figli che questo è stato il momento in cui gli oceani hanno smesso di crescere e il pianeta ha cominciato a guarire” diceva commosso ai democratici che poi lo avrebbero votato in massa anche per le idee innovativamente ambientaliste in un'America capitalista e globalizzante. Oggi gli oceani si allargano eccome, di pari passo con le contestazioni al Presidente.

Nei piani governativi, la costruzione di un oleodotto in più e un piano anti-inquinamento in meno.
Il Keystone XL sarà un oleodotto di ingenti dimensioni e portata, da costruire in Canada per creare circa 20 mila posti di lavoro complessivi e mezzo milione di barili al giorno da portare in Texas e Golfo del Messico.
A premere, la crescente opposizione repubblicana e gli argomenti della stessa circa occupazione e necessità economiche. Dove porteranno le attuali scelte governative?

Politicamente a una perdita di consenso di Obama, abbandonato dalla base e non certo sostenuto dalla lobby petrolifera della quale è schiavo forzato, non servitore. Praticamente egli è in balia delle decisioni repubblicane, che fanno il buono e il cattivo tempo diventando sempre più minacciose (contrariarle comporta il rischio di abbreviare la vita del mandato).

Umanamente a un'ulteriore perdita di fiducia nel futuro, nei valori universali di lungimiranza e di solidarietà globale. In questo mondo non c'è posto per il buon senso. Tanto fra non molto non ci sarà posto per nessun'altra cosa.

domenica 13 novembre 2011

Ricattocrazia: ecco le fondamenta della Terza Repubblica

Una capacità notevole Di Pietro ce l'ha: quella di fiutare i crimini a distanza (motivo per cui era più credibile da magistrato che da politico). Certo, per chi conosce il modus operandi berlusconiano non era difficile prevedere la vergogna che sta accadendo in questo istante.

Oggi, 13 novembre 2011, Giorgio Napolitano ha aperto le consultazioni per dare forma al nuovo governo provvisorio (o almeno ci auguriamo che sia tale) e subito si avvera la vergogna prevedibilissima: come da tipica usanza italiota, il regime uscente detta le condizioni per sostenere il nuovo governo di emergenza. E le condizioni non possono che essere i soliti disgustosi interessi privati e di partito.

Ricapitoliamo: il Paese sta con l'acqua alla gola (e dico acqua per non dire...), si insedia un governo che deve approvare in fretta leggi di urgenza e interesse nazionale, e Bellicapelli si permette pure di piantare paletti, dopo esser stato cacciato a suon di "tradimenti": il suo sostegno costa un ministro della Giustizia amico (Augusta Iannini, il giudice moglie di Vespa), un suo uomo al Ministero per lo Sviluppo Economico e che il nuovo governo non si azzardi a toccare le Telecomunicazioni e il Porcellum porcellorum. Ah e che Monti non si azzardi a ricandidarsi: l'Italia è del monopolista che è arrivato per primo.

Stando all'Ansa, Monti avrebbe risposto in stile "non animarti, piccolo uomo, sarai esaudito. I ministri però li scelgo io e su questo non rompere i coglioni". Se poi ci si mette anche il Terzo Polo che odia i laici come il Diavolo l'Acqua Santa, abbiamo dinanzi un quadro completo ed esaustivo.

Comunque il nuovo governo ci sarà delineato fra non molto, e decisamente non vediamo l'ora di ammirare questa compagine di tecnici catto-berlusconiani. Certo, per lo meno si tratta di gente competente, persone che non accenderanno falò di 370.000 leggi inutili (dal De Piromania di Calderoli) e che in via del tutto eccezionale non saranno avvocati. Persino Gianni Letta si è tirato indietro dal sottosegretariato, con senso di responsabilità (o di pura lungimiranza).

Per quanto, un ministero ad Amato mi farebbe inneggiare a Letta duce.

sabato 12 novembre 2011

Il Mostro dietro il velo

Tutti coloro che hanno ritenuto Berlusconi il male peggiore potrebbero ricredersi. A ben vedere, egli potrebbe essere stato l'ennesimo capro nero da immolare alla suprema causa del Signoraggio.


In effetti, si fa sempre più largo l'idea che tutta questa faccenda della crisi economica mondiale sia parte di un'orchestra diabolica col fine di far lucrare i poteri veri, quelli che non si mostrano al pubblico se non con mille maschere. Il fine di questi poteri potrebbe essere la soluzione finale del monopolio del denaro.


Da sempre gli anglo-americani puntano al predominio sulle potenze assoggettabili, e quando vogliono riprendere il controllo delle stesse, qualora gli sfuggano di mano, lo fanno con ogni mezzo (l'ultima vittima fu il regime gheddafiano). E' stato fortunato il Premier a dimettersi in tempo. Altrimenti qualcuno lo avrebbe "dimesso" con la forza.

Silvio ha scelto la strada diplomatica: lasciare che gli uomini delle lobby bancarie depredino l'Italia, ma assicurando loro il suo aiuto solo in cambio di interventi in suo favore. Per il futuro ci aspettiamo che se la mascotte italiana sgarrasse, esagerando con i pizzini, verrebbe accidentalmente "suicidato". Poi noi altri seguiremo a ruota. A dire il vero tutto questo non è affatto certo. Però è verosimile.

Quindi non abbassiamo la guardia: ai primi segnali che quanto detto non è campato in aria, bisognerà reagire energicamente. A quel punto, in un'Halloween al contrario in cui i mostri si mascherano da umani, si strapperà il travestimento da "tecnico" del Sistema e lo vedremo in faccia. Poi starà a noi combatterlo.

venerdì 11 novembre 2011

E ora: la Compravendita Suprema

Ci sono cose che questo sconvolgimento politico non ha ancora ucciso: da una parte il signoraggio internazionale che unisce tutti i poteri finanziari forti e che si sentirà rassicurato dalla eventuale presidenza Monti, uomo della Goldman Sachs, in Italia. Dall'altra, non è ancora morto il Berlusconismo, o meglio non tutto.

Forse il culto del vincitore, che ha portato negli anni parlamentari ed elettori a inginocchiarsi all'altezza dell'uomo solo perché, appunto, vinceva, non è più influente come prima. Ma Berlusconi è vivo e con lui sono vivi i suoi interessi. E quando si è detto che il PdL avrebbe appoggiato Monti dall'esterno non avete avuto un sussulto? Anzi, pare si intenda fare un confronto tra Monti, Dini e Letta. Si suppone per decidere quale sia più utile ad assecondare gli interessi di Tizio, Caio e Sempronio.

Ora immaginiamoci un attimo la situazione: il governo tecnico deve approvare importanti riforme economiche e sociali al più presto. Per farlo avrà bisogno, volta per volta, della maggioranza parlamentare. Se le persone sono responsabili, sostengono un provvedimento se lo ritengono efficace.
Solo che siamo in Italia, signori miei.

Dunque continuiamo con le nostre previsioni: cosa vieta a un manipolo consistente di manigoldi "esterni al governo tecnico" di imporre una forma vergognosa di do ut des facilmente immaginabile? Io vi voto il provvedimento urgente, ma solo se mi ci metti questo e quest'altro, detto terra terra.

Fantasticherie distopiche? Non è proprio periodo, dite, per sistemazioni personali? Mmm... abbiamo visto un signore che fa il Presidente del Consiglio farsi una legge per il dopo-morte e infilarla in un provvedimento di emergenza nazionale. Abbiamo visto gente che si fa chiamare "onorevole" andare da un a parte politica all'altra a seconda di dove tirava il vento e il portafoglio. Un accenno di pessimismo pare quantomeno giustificato.

giovedì 10 novembre 2011

Meglio male che peggio

M. Monti e G. Napolitano - Foto Ansa
Ora c'è solo la fretta di risalire il baratro. Il Ddl stabilità è stato ripreso in esame in Commissione al Senato stamane stesso. Domani approderà in aula e presumibilmente Silvio Berlusconi si dimetterà subito dopo. Si fa quasi certa l'ipotesi di un governo tecnico sotto il prof. Mario Monti, da ieri senatore a vita. Ipotesi che ha il favore del PD, del Terzo Polo e di parte del PdL.

Si vocifera lo appoggerebbe lo stesso Berlusconi, ma Umberto ha voglia di giocare al piccolo oppositore, per cui vedremo come evolve la situazione, vertice dopo vertice. Gli IdV invece si trovano tanto bene nel perenne stato di opposizione da voler mantenere ad oltranza il ruolo d'attacco che hanno da sempre.

Questi signori possono giustamente esporre i migliori argomenti a sostegno della tesi "elezioni adesso, no ai pasticci": "un simile governo risponde al sistema bancario, al sistema finanziario e addirittura a quello della speculazione" dice Di Pietro e forse ha ragione lui. Ma la responsabilità impone di tapparsi il naso se necessario.

Il neo-senatore Monti è uomo delle banche. Anzi, della banca, e non è escluso che questo possa influire sul suo operato in maniera che ben pochi definirebbero giustizia sociale. Ma quali sono le alternative? In questo momento storico non è saggio contrariare il sistema che ci tiene ostaggi, perché potrebbe vendicarsi. In altre parole, non è il momento di guardare alla morale, abbiamo avuto 30 anni per farlo e ora dobbiamo solo soffrire e resuscitare. Ma senza paura.

Qualcosa forse sta per cambiare. Possibile che la storia italiana stia incontrando in questi giorni un nodo notevole e importante. Credo sia lecito pensare che stia finendo la così detta Seconda Repubblica, sotto i colpi di una crisi globale e dell'incapacità (o non-volontà) di affrontarla.

mercoledì 9 novembre 2011

Fate qualcosa, per Dio

Immagine di economiafinanza.net
Voi le parole ce le avete? Forse persino un sensato "troppo tardi" sarebbe di troppo...tardi. Non hanno preso misure, non hanno pensato ad altro che alle loro stronzatine, si sono ridotti all'ultimo, hanno soppresso la poca credibilità che avevano sotto strati di ulteriore marciume. E adesso pagheremo tutti.

Non hanno fatto la patrimoniale perché sennò avrebbero perso "l'elettorato di riferimento". Stesso principio per cui non hanno mai combattuto l'evasione fiscale, forse. Chi ha detto che un politico guarda alle prossime elezioni ma uno statista guarda alle prossime generazioni dovrebbe inalberarsi come una biscia agguerrita. Solo che chi parlò così è defunto e si è risparmiato uno spettacolo raccapricciante.

Infatti quello che tutti vogliono adesso sono proprio le elezioni anticipate, come se dovessimo stare a pensare a chi ha il consenso popolare (per quello che vale poi) prima dell'esigenza di ritornare a galla a respirare.
Ormai non si tratta di tirarla per le lunghe, si tratta di reagire subito, con ogni mezzo, ad ogni costo. Non prima che sia troppo tardi perché è già troppo tardi. Ora bisogna rimediare al più presto perché al peggio c'è sempre tempo.

Oggi il Presidente della Repubblica ha nominato senatore a vita Mario Monti, economista dall'indiscusso talento e dalla potenza intellettuale ben nota. Segno che le personalità meno impulsive e più responsabili (sebbene i precedenti che hanno) premono per evitare a tutti i costi il botto finale.

Oggi lo spread Btp-Bund ha raggiunto un nuovo record mostruoso e di questo passo la fine è minacciosamente vicina. Mai come oggi ideologie, tatticismi e opportunismi sono stati deleteri e pericolosi.
A questo proposito, farebbe quanto mai schifo pensare che si invocano le elezioni per evitare l'applicazione del referendum anti-Porcellum dall'esito scontato.
Farebbe...quanto mai...schifo...

martedì 8 novembre 2011

Meglio tacere

Rendiconto dello Stato approvato con 308 sì.
321 assenze uccidono di fatto la maggioranza berlusconiana.
Tutti vogliono elezioni anticipate o un governo tecnico. Ma dopo una mozione di sfiducia.
Lui dice che si dimetterà dopo la votazione della legge di stabilità.
 A forza di dire ora cade ora cade è durato 3 anni. 

Per cui, meglio tacere e aspettare.

lunedì 7 novembre 2011

O lui o noi

Chi scrive si intende molto relativamente di economia. Dunque, cerchiamo di capire insieme cosa è successo questa mattina.

Immagine di ilquotidianoitaliano.it
Verso le 9:00 lo spread tra Btp e Bund raggiunge il record di 467 punti per poi salire a 480, un abominio che precedette di poco il default greco; nel frattempo, ovviamente, riportano danni le altre borse europèe; dopo mezz'ora lo spread raggiunge quota 490 e un intervento della Bce che compra titoli italiani, riduce il danno di poco; dopo mezzogiorno il differenziale Btp-Bund è calato notevolmente a 477 punti e poi a 471.

A mezzogiorno il noto giornalista-ex parlamentare-ex comunista-oggi berlusconianissimo Giuliano Ferrara aveva dato per certe le dimissioni di Berlusconi. E' bastato il verbo ferrariano a infondere una tranquillità quasi oppiacea ai mercati. Ovviamente una coincidenza. Peccato che quando alle 13:00 arriva la consueta smentita lo spread ritorna a 480

E' palese, non basta la dipartita di Silvio a farci risorgere. Egli è passato dal vendere il prodotto, ad essere il prodotto, ad essere un prodotto scaduto. Se politicamente merita il nostro disprezzo, umanamente e cristianamente (per quanto chi scrive tutto è meno che cristiano) merita solo compassione. Eppure dobbiamo anche concentrarci sul primo obiettivo: evitare il default, e per farlo bisogna riacquistare un minimo di credibilità.

I fatti di oggi dimostrano che i mercati sono inquieti anche a causa dell'esistenza politica di Berlusconi. Tolto lui il finale è aperto, ma se lo manteniamo in vita scordiamoci il lietofine.

domenica 6 novembre 2011

Insorgiamo, e insorgiamo uniti




Segue il testo del mio intervento:

Bentrovati cari italiani.
Mi espongo di nuovo al publico ludibrio, ma ancora una volta lo faccio per cercare seguito, che so esserci, a un progetto di profondo cambiamento social-politico. Difatto provate a trovarmi qualcuno che non ritenga necessario distruggere l'attuale sistema e vi dimostrerò che egli è un alienato bisognoso di cure anche psichiatriche.

Così tante sono le prove dell'incompetenza, della corruzione e della indiscussa nocività dell'attuale classe politica, che non sto qui a ripetervele. In tanti le hanno denunciate abilmente: leggetevi Stella e Rizzo, guardate le inchieste di Report, cercate le forme di informazione sconnesse dai partiti e vi farete un'idea.

Dunque, per dirla alla Crozza, questo era il foglio dello spirito, per cui passiamo al foglio del come! Spesso mi rattristo ascoltando discorsi su come sarebbe impossibile cambiare le cose, perché non possono andare diversamente e noi poveri mortali siamo disuniti e deboli. Finchè questo discorso lo fanno i giornalisti di regime e i loro padroni ok, parlano così perchè sono contenti così e hanno tutti i motivi per esserlo.
Ma soprattutto siamo noi a cadere in questi discorsi ed è questo che mi deprime.

Noi dobbiamo renderci conto di alcune cose innegabili: abbiamo un grande potenziale culturale, sociale, storico, ambientale che se non funziona è solo per colpa dei soliti noti; e dobbiamo renderci conto che queste persone possono essere sconfitte in tanti modi. Non sono invincibili; infine, voglio ricordarvi che abbiamo modo di entrare in contatto tra di noi, noi patrioti, noi italiani degni, noi che saremmo statisti 100 volte migliori di loro.
Ecco, nel 21simo secolo possiamo comunicare facilmente e divenire uniti.

Loro, i mafiosi privilegiati e impuniti, contano sulla nostra disunione. Godono nel vederci sbranare tra di noi, i vigliacchi. E più loro godranno, più le loro menzogne ci vedranno indifferenti, più si avvicinerà il disastro, la tragedia. Tempo fa a Piazzapulita vidi delle immagini dell'attuale Grecia... ecco non pensiate che siamo del tutto immuni dal rischio di fare la stessa fine. Prima che sia troppo tardi dobbiamo partecipare, dobbiamo far mancare loro il nostro voto, dobbiamo diventare noi la politica.

Questa Nazione appartiene a noi, non a un manipolo di corrotti. Grazie a tutti, ci vediamo sul campo di battaglia.

sabato 5 novembre 2011

Servizio Pubblico contro l'abominio degli sprechi

Da una parte ciascuno di noi è stanco di sentir parlare sempre delle stesse cose. Non ci vuole un genio per sapere chi sono i nostri rappresentanti, ovvero rappresentanti di se stessi. Si sa chi è Silvio Berlusconi, si sa che la causa di tutti i mali italiani sono quelle migliaia di rappresentanti delle nostre istituzioni, le più malate dell'Europa avanzata.

Eppure sono contento che "la solita solfa di Santoro" (cit. Il Giornale) abbia avuto un record di ascolti da guinness dei primati. Sono contento perché l'unica cosa che può accomunare tutti gli Italiani in un rigurgito anti-casta è l'incazzatura davanti allo spreco titanico che ci procurano deputati e senatori. Quindi una puntata del nuovo Annozero tutta incentrata su questo tema da maldistomaco non solo è necessaria, ma andrebbe replicata su ogni piattaforma, ogni spazio pubblico, ogni ambiente di discussione.

Perché sia chiara una cosa, qui non sono tutti pecoroni indegni della propria Nazione e meritevoli della classe politica che hanno, e questo lo ha dimostrato anche la trasmissione virtuale di Santoro giovedì scorso:  Marco Savari, che ha parlato del gruppo FB su un referendum sugli stipendi dei parlamentari mi ha molto colpito. Esistono dunque centri di organizzazione dal basso, svincolati dalla politica, che intendono reagire. Questi gruppi di persone sono anche ben raggiungibili, grazie alle qualità positive che ci offre la rete.

Ebbene, cari Italiani che valgono, è evidente che possiamo sfruttare una marea di fattori a nostro vantaggio e farli letteralmente cagare sotto. Abbiamo dei centri mediatici come il programma di Santoro, che sono evidentemente di natura commerciale, ma anche di qualità. Abbiamo la possibilità di contattare i nostri simili, altri patrioti facilmente raggiungibili grazie a social network et simila. Abbiamo dalla nostra la ragione, che alla fine trionfa sulla menzogna. E, non ultimo, abbiamo un'indignazione che non si spegne con vane promesse di piccoli cambiamenti che mai si realizzeranno.

Noi possiamo far loro paura. Parliamone.

giovedì 3 novembre 2011

La Legge del Pre-contrappasso

Ora forse si spiega l'urgenza della riforma sull'ereditarietà nel decreto sviluppo. Persi gli elettori, Grande Puffo si accinge a perdere anche i leccaculi, i quali ormai lo trattano come un nonnino anziano e un po' rincoglionito: "Dai, non pensare agli spread e al debito pubblico, non hai più l'età... dai, vai a casa, accenditi la tv, quando è ora vai a dormire e ci pensiamo noi al resto".

Ed ecco che a volere Berlusconi a casa, dopo i vari Di Pietro, sono proprio i PdL girls & boys, tra cui diversi "falchi" e il solito Tremonti eretico. Va di moda il nome di Letta come presidente del consiglio di un governo tecnico, mentre l'ipotesi elezioni anticipate non piace prorpio.

Non lo vogliono più Paniz, Cazzola, persino Sraquadanio e tanti altri ancora. Roboante la vocina di Tremonti, che ormai non trattiene l'irritazione di dover sottostare all'uomo. Alfano annuncia l'apocalisse: 6 membri della maggioranza andranno al Terzo Polo, sedotti da Casini.

Qualunque ipotesi di stabilità è persa per questo governo, ormai bisogna essere responsabili quanto un Responsabile per non capirlo. Se il premier non si dimette, allora lo dimetteranno. 
E' curioso ciò che sta accadendo, quasi dantesco:

E quei che lo servian, chinando la testa
son li sciacalli c'or gli fan la festa.

mercoledì 2 novembre 2011

Un'occasione per cambiare e per cambiarli

La marmotta simbolo di attenzione
Dunque è vero: le crisi servono a qualcosa. Da un certo punto di vista sono persino utili.

I momenti (o le ere) di disagio sociale generano inevitabilmente una presa di coscienza potente, improvvisa, che sarebbe riduttivo identificare con quella che dalle mie parti si chiama strizza de culo
Questo perché l'inquietudine genera paura e la paura risveglia l'attenzione. In molti modi si può manifestare l'attenzione: con un controllo costante delle spese, con l'interesse in ciò che ci riguarda tutti, con un ragionamento più accurato sulla realtà circostante, soprattutto questo. 

Quelli che più vistosamente reagiscono al pericolo (comunque lo si voglia chiamare) sono coloro la cui situazione è meno stabile, più soggetta al cambiamento. Essi temono per il proprio futuro e si mobilitano, lo vediamo da sempre ma soprattutto dagli ultimi anni ovviamente. Al contrario, coloro che si sono assicurati la sopravvivenza, vivono rintanati in dei bunker da sempre e poco si curano di tutto ciò, se non quando sanno di dover temere per loro. Ecco, in questo momento questa categoria ha una proverbiale strizza de culo.

Perché la situazione gli è sfuggita di mano. Perché hanno finito le parole per mentire (beh, quasi finito). Ma soprattutto, perché sanno anche loro che ciò che ho detto prima è vero: quando si ha paura i sensi si acuiscono, aumenta l'attenzione e le loro bugie faticano a nascondersi.

Ora, poiché temono anche per la propria incolumità, gli organi politici si affrettano ad agire, con azioni stile "via il dente, via il dolore". E questo sarà sempre più evidente se non si affrettano ad agire.

Oggi le masse stanno in allerta, non c'è tempo per i teatrini, non c'è tempo per le barzellette. A quanto pare, non c'è tempo nemmeno per il Grande Fratello.

martedì 1 novembre 2011

Non toccate il finanziamento pubblico


Come sempre accade, e non solo in Italia, si fa sentire la regola del not in my neighborhood, ovvero praticamente "si faccia pure, ma non a casa mia". E' una forma di egoismo istintivo e insito nella razza umana, tanto da caratterizzare pressoché ogni individuo. Questo principio, nel bene o nel male, sta guidando alla rivolta il mondo giornalistico italiano.

Ecco dunque che come il Governo vocifera tagli sostanziali all'editoria, ben 64 direttori di testate giornalistiche si appellano a Napolitano perché fermi questa follia (potete fare una prima deduzione: ci sono almeno 64 giornali che vivono solo di finanziamenti pubblici). Da questa missiva il Presidente della Repubblica trae le seguenti conclusioni:

  • Ho letto la vostra lettera e mi rendo conto dell'importanza degli argomenti che mi avete illustrato in polemica con l'annunciato taglio 'lineare' al fondo per l'editoria. Dunque questi direttori sono colti da ansia per via dei "tagli lineari annunciati". Che non si faranno, aggiungerei.
  • Condivido la preoccupazione per i rischi che ne potrebbero derivare di mortificazione del pluralismo dell'informazione. Ecco, senza dubbio un'Italia privata di Riformista, Avvenire, Unità e quant'altro diventerebbe un Paese assoggettato al pensiero unico dei grandi giornali con grandi editori.
  • E non mancherò di manifestare questo mio punto di vista al governo. Mi sembra giusto, visto che tra le caratteristiche di un Presidente della Repubblica c'è quella di non interferire con l'iter della legge, ma di intervenire alla fine, promulgandola o meno.

Ora fermiamoci un attimo a ragionare: si tratta in tutti questi casi di testate da circa 10 mila copie di tiratura, con una manciata scarsa di lettori (si suppone mamma, papà e zio). Ergo può un pluralismo già di per sé impossibile da risanare, essere danneggiato dalla mancanza di qualche portavoce di curia e di partito? Ma nemmeno di questo dovremmo preoccuparci, ed ecco perché.

Le testate di partito, in quanto tali, possono e forse dovrebbero essere considerate roba del partito. E preso atto dei finanziamenti ai partiti, resi legali in maniera alquanto forzata, equivale forse a uno sforzo disumano per D'Alema & co. sborsare quello che serve e farla finita con l'utilizzare i nostri soldi almeno per i giornali che non leggiamo? Ai posteri l'ardua sentenza. Per quanto riguarda i giornali cattolici vale quanto sopra e anche in modo esponenziale. Dunque non si capisce perché uno dei pochi, se non l'unico, taglio sensato di questa manovra dovrebbe essere osteggiato fino a ricorrere ad alti moniti e rabbie del Colle.

Viene in mente quella famosa intercettazione tra un petulante Lavitola e un Berlusconi sfiancato da troppe richieste, in cui il consigliere d'oltreoceano faceva presente che Tremonti andava richiamato all'ordine, quando si era azzardato a pensare a un taglio dei fondi all'editoria. Non sia mai che il suo giornale abusivo completamente privo di lettori venisse a mancare dei nostri soldi preziosi.