Chi scrive si intende molto relativamente di economia. Dunque, cerchiamo di capire insieme cosa è successo questa mattina.
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Verso le 9:00 lo spread tra Btp e Bund raggiunge il record di 467 punti per poi salire a 480, un abominio che precedette di poco il default greco; nel frattempo, ovviamente, riportano danni le altre borse europèe; dopo mezz'ora lo spread raggiunge quota 490 e un intervento della Bce che compra titoli italiani, riduce il danno di poco; dopo mezzogiorno il differenziale Btp-Bund è calato notevolmente a 477 punti e poi a 471.
A mezzogiorno il noto giornalista-ex parlamentare-ex comunista-oggi berlusconianissimo Giuliano Ferrara aveva dato per certe le dimissioni di Berlusconi. E' bastato il verbo ferrariano a infondere una tranquillità quasi oppiacea ai mercati. Ovviamente una coincidenza. Peccato che quando alle 13:00 arriva la consueta smentita lo spread ritorna a 480.
E' palese, non basta la dipartita di Silvio a farci risorgere. Egli è passato dal vendere il prodotto, ad essere il prodotto, ad essere un prodotto scaduto. Se politicamente merita il nostro disprezzo, umanamente e cristianamente (per quanto chi scrive tutto è meno che cristiano) merita solo compassione. Eppure dobbiamo anche concentrarci sul primo obiettivo: evitare il default, e per farlo bisogna riacquistare un minimo di credibilità.
I fatti di oggi dimostrano che i mercati sono inquieti anche a causa dell'esistenza politica di Berlusconi. Tolto lui il finale è aperto, ma se lo manteniamo in vita scordiamoci il lietofine.
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