giovedì 10 novembre 2011

Meglio male che peggio

M. Monti e G. Napolitano - Foto Ansa
Ora c'è solo la fretta di risalire il baratro. Il Ddl stabilità è stato ripreso in esame in Commissione al Senato stamane stesso. Domani approderà in aula e presumibilmente Silvio Berlusconi si dimetterà subito dopo. Si fa quasi certa l'ipotesi di un governo tecnico sotto il prof. Mario Monti, da ieri senatore a vita. Ipotesi che ha il favore del PD, del Terzo Polo e di parte del PdL.

Si vocifera lo appoggerebbe lo stesso Berlusconi, ma Umberto ha voglia di giocare al piccolo oppositore, per cui vedremo come evolve la situazione, vertice dopo vertice. Gli IdV invece si trovano tanto bene nel perenne stato di opposizione da voler mantenere ad oltranza il ruolo d'attacco che hanno da sempre.

Questi signori possono giustamente esporre i migliori argomenti a sostegno della tesi "elezioni adesso, no ai pasticci": "un simile governo risponde al sistema bancario, al sistema finanziario e addirittura a quello della speculazione" dice Di Pietro e forse ha ragione lui. Ma la responsabilità impone di tapparsi il naso se necessario.

Il neo-senatore Monti è uomo delle banche. Anzi, della banca, e non è escluso che questo possa influire sul suo operato in maniera che ben pochi definirebbero giustizia sociale. Ma quali sono le alternative? In questo momento storico non è saggio contrariare il sistema che ci tiene ostaggi, perché potrebbe vendicarsi. In altre parole, non è il momento di guardare alla morale, abbiamo avuto 30 anni per farlo e ora dobbiamo solo soffrire e resuscitare. Ma senza paura.

Qualcosa forse sta per cambiare. Possibile che la storia italiana stia incontrando in questi giorni un nodo notevole e importante. Credo sia lecito pensare che stia finendo la così detta Seconda Repubblica, sotto i colpi di una crisi globale e dell'incapacità (o non-volontà) di affrontarla.

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