venerdì 18 novembre 2011

Grazie Silvio, almeno tu ci facevi indignare

Era prevedibile e da molti previsto: fine di Berlusconi = fine dell'interesse politico.
Ieri la terza puntata di Servizio Pubblico ha subito un calo notevole di ascolti. La trasmissione comunque è ancora competitiva se si considera la sua assenza dalla tv pubblica, ma Santoro non era partito da uno share inferiore al 10%. Il perché è semplice: Silvio Berlusconi, oltre che corrotto, incapace e moralmente discutibile, era ed è un personaggio interessante.

Parliamoci chiaro: in quale angolo del pianeta è possibile trovare un magnate millemilamilionario presidente del Consiglio di una potenza mondiale, padrone di tre televisioni competitivissime, una serie di testate giornalistiche intente a leccargli anche comicamente il deretano, che a 73 anni gestisce ed usufruisce di un harem privato con minorenni incluse nel prezzo che lui paga per non prostituirsi e per essere imparentate con dittatori africani?

Non solo: Berlusconi era palesemente inadatto a governare: tutti sapevano chi era e cosa faceva il proprio PdC; anche i bambini conoscevano i suoi pittoreschi ministri; le sue vergogne erano alla portata di tutti. In parole povere, Silvio ha avvicinato alla politica (o a una versione porno della stessa) tutti coloro che normalmente se ne sarebbero fregati, creando seguiti e opposizioni di dimensioni nazionali. La stessa situazione non sarebbe possibile con un uomo serio e quadrato come Mariocop Monti. Conseguenze?

Gli italiani sono stati abituati al peggio negli ultimi 17 anni: per noi è diventato normale che un indagato diventi ministro per essere salvato dalle manette; anche lo sfruttamento di minore è stato oggetto di giustificazione da parte di certi noti volti televisivi.

La gente non si indigna se un Corrado Passera diventa ministro dello Sviluppo Economico dopo essere stato amministratore delegato di Intesa Sanpaolo e protagonista di numerosi casi di conflitto d'Interessi. Non dopo essere stata abituata ai conflitti d'interessi berlusconiani, discreti quanto lo strabismo di Gasparri.

Ah caro Silvio, compianto dai folli, denigrato dagli ingrati, noi tutti dobbiamo a te e al tuo cattivo gusto il nostro senso estetico e della morale.

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