“C'è un equivoco di fondo. Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali”
Chi disse questo? Uno dei rappresentanti del neogarantismo all’italiana avrebbe da scegliere tra vari vocaboli, primi fra tutti “fascista”, “illiberale”, “nazifascicomunista”, senza dimenticare l’ormai fuori moda “giustizialista”. Uno che ragiona col cervello e non col portafoglio, non per forza saprebbe rispondere, ma al limite sottoscrivere la validità perenne del messaggio, come me.
Lo disse Paolo Borsellino, quando poteva ancora dire all’Italia cosa fare, come un figlio che cerca di recuperare la madre malata e delirante.
Questo pomeriggio (28/7/11) un ministro imputato da prima del suo incarico è stato salvato dalla casta dei complici. Imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, il reato che per i Cicchitto e Gasparri vari non è un vero reato. Si potrebbe pensare non vi siano connessioni evidenti tra il sopraccitato ministro e Cosa Nostra. Si potrebbe legittimamente pensare che i vari pentiti e collaboratori di giustizia che lo accusano non siano sinceri. E anche che la tentata candidatura da parte sua di un condannato per mafia non sia una prova in sé. Nonché la candidatura effettiva da parte sua e di Cuffaro (condannato per concorso esterno) di Giuseppe Acanto, uomo di Guttadauro.
E’ possibile che tutte queste cose non costituiscano reato. Ma quella del giorno 28 settembre 2011 non è stata una votazione per concedere l’autorizzazione a procedere, ma una mozione di sfiducia.
Ora tornate a leggere le parole con cui inizia l’articolo e dite: voi dareste la fiducia all’on. Francesco Saverio Romano?
Per conoscere meglio la vicenda vi rimando al Passaparola di Marco Travaglio sull'argomento disponibile cliccando qui
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