martedì 27 settembre 2011

Ddl Intercettazioni: conosciamo il nemico

La minaccia è ufficiale: la proposta di legge anti-intercettazioni (nome volgare per anti-un-po'-di-tutto) sarà discussa, di nuovo, entro ottobre. Sarà tale e quale quella di due anni fa, che a sua volta era assai somigliante a quella dell'ultimo governo Prodi (sia detto a merito dell'attuale Governo che quella era una signora porcata in confronto a questa). 

Ora vi presento i punti salienti del ddl in questione:
  • I magistrati che gestiscono un'inchiesta non possono essere nominati o raffigurati in foto se non per importanti fini di cronaca (non c'entra il rispetto di certe credenze popolari secondo cui le foto ruberebbero l’anima. Leggetevi invece il Piano di Rinascita democratica della P2: secondo alcuni burloni c'è una certa connessione).
  • Le intercettazioni possono essere divulgate quando pubbliche, ma solo se riassunte. Perdonatemi, non ho idea di dove vogliano andare a parare, visto che il riassunto di un fatto può dire tutto e il contrario di tutto... o forse è proprio qui che vogliono arrivare?
  • Intercettazioni, anche ambientali, e raccolte di tabulati telefonici sono consentite solo per reati estremamente gravi, e che in generale non riguardano (quasi) mai la casta (detenzione di droga, armi, esplosivi, ecc.)
  • Si possono disporre registrazioni di conversazioni se e solo se si è certi che sul posto si stia svolgendo un reato. Il magistrato arriva e chiede ai due mafiosi “che per caso siete criminali? Ah allora posso piazzarvi qui questa cimice? Tanto è piccola, non da fastidio. Grazie, molto gentili”.
  •  Il PM è autorizzato a disporre le intercettazioni solo quando vi sono evidenti indizi di colpevolezza. Le intercettazioni servono prima di tutto a trovare indizi che inchiodino l'indagato. Questo comma le rende pressoché inutili.
  • Se compaiono nelle intercettazioni nomi di persone estranèe alle indagini, questi vanno omessi. Aggiungerei, con conseguente perdita di informazioni sia per le indagini, sia per l’opinione pubblica, che comunque sarebbe all'oscuro di tutto grazie agli altri punti.
  •  I risultati delle intercettazioni relative a un procedimento, non possono essere utilizzati in altri procedimenti salvo rare eccezioni. Se intercettando Tizio spacciatore scopro che Caio è uno stupratore, non posso usare questa forte prova per incriminare Caio. Uno dei punti che preferisco.
  •  Se oggetto di intercettazione diviene una vicenda connessa ai servizi segreti, vige il segreto di Stato. Ad ogni modo niente paura: è la presidenza del consiglio a decidere se vi sia o no questa possibilità, e può prendersi fino a 30 giorni per decidere. Senza fretta presidente!
  • Quando l'azione penale è esercitata nei confronti di un ecclesiastico o di un religioso del culto cattolico, l'informazione è inviata all'autorità ecclesiastica competente (quindi di ordine superiore). Difatti, gli ecclesiastici non coprono mai i reati dei loro dipendenti, dunque possiamo fidarci. Da notare che questo punto si riferisce solo ai religiosi “del culto cattolico”.
  • Per la stampa non periodica l'autore dello scritto provvede, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione delle dichiarazioni o rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate informazioni da essi ritenute lesive della loro reputazione. Da notare che non è necessario che le informazioni scritte siano false. Basta che l'on.Tizio si senta offeso e si è tenuti ad accontentare le sue richieste più o meno folli. Come già detto, questo riguarda anche gli spazi Internet.
  •  A decidere il tetto di spesa annuo per le intercettazioni è niente di meno che il Guardasigilli, al quale peraltro le procure inviano i resoconti annuali della spesa sulle intercettazioni. Dopodichè, c'è da aspettarsi che Nitto Palma stili le pagelle.
Il resto si riassume in varie rappresaglie esagerate contro la stampa ribelle e in tutto ciò che ho dimenticato o tralasciato. Dopotutto basta questo per farsi un'idea della situazione, mentre le considerazioni le lascio a voi.

2 commenti:

  1. Quando leggo cose del genere mi viene da ridere e piangere contemporaneamente... se all'interno della politica e della chiesa funziona in questa maniera mi chiedo: "ma nelle mani di chi stiamo?"non lo dico perchè sono cattolica ma la cosa che riguarda l'ordine ecclesiastico e la chiesa comunque è ancora più vergognosa...cioè se pensi a tutti gli uomini di chiesa che magari commettono i peggio reati ma non vengono puniti...guarda mi vengono i brividi solo a pensarci. non vado oltre perchè rischierei di essere denunciata per tutto quello che vorrei dire... non ci posso credere guarda..proprio no

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  2. Non c'è bisogno di essere atei per criticare la condotta del Vaticano, anzi: le critiche più forti ai clericali arrivano proprio dai credenti. Quelli coerenti principalmente. Ti segnalo, per risollevarti un po' la speranza, la persona di Don Andrea Gallo, un prete fuori dal comune, che trovo molto interessante e ispirante (è stato grande amico di De Andrè tra le altre cose).

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