mercoledì 7 dicembre 2011

Lacrime di zecche e pulci

Avete ben presente, immagino, i cittadini anziani disperati che si sfogano delle ingiustizie subite davanti alle telecamere di una trasmissione di approfondimento. A causa delle riforme montiane - giuste o sbagliate che siano - molti italiani moriranno lavorando, e tutto ciò che rimane loro è uno sfogo con Ballarò, Servizio Pubblico et simila. Magari anche con una tirata liberatoria agli scrocconi politici, quelli che vivono di privilegi ed hanno tutto per scontato. Ma davvero pensavate che i vari disonorevoli fossero una razza privilegiata rispetto a voi? Nient'affatto, siamo tutti sulla stessa barca dei disperati! Ecco, leggiamo lo sfogo di un altro anziano cittadino che non reggerà i provvedimenti del governo:

"Con le nuove misure di Monti sui vitalizi saremo ridotti alla fame... Tra nove giorni compio sessant'anni e prendo il vitalizio. Dopo tre legislature prendo tremila euro, tremila e qualche cosa... Da 12 anni non faccio più il medico ma solo il parlamentare. Se mi togliessero il vitalizio percepirei una pensione di 1200 euro, che è una miseria! In questa battaglia mi sento erede dei padri costituenti. Io ho fatto il testimone di nozze a 21 matrimoni (per la carriera politica nda). Se uno deve tenere i rapporti con gli elettori e sentire i loro bisogni, ha delle spese che non ha il professore di liceo".

Il povero disperato sottoposto alla miseria è l'on. Mario Pepe, ex-un-po'-di-tutto, oggi dei Repubblicani e azionisti, intervistato alla Zanzara. Quando il conduttore Cruciani gli fa notare che in molti prendono quella cifra, risponde: "E vabbè, e allora saremo tutti uguali nella miseria!"
Adesso dunque, potete mettere giù i forconi e, mossi da pietà cristiana, potete porgere un abbraccio consolatorio al parlamentare abbandonato da quella Patria che ha servito dalla fine del XX secolo. Anzi, se lo vedete cercate di aiutarlo, liberandovi di qualche spicciolo: a lui potrebbe salvare la vita.

Ironia a parte, c'è da essere preoccupati. Il sistema immunitario della Casta ha subito una vistosa evoluzione nell'arco dei lustri; essa si adatta alle condizioni nuove con l'abilità di una razza di roditori o di un parassita dalla crosta coriacea, tanto discreto quanto pericoloso per l'ospite. Un tempo i parlamentari italiani difendevano i propri privilegi con il segreto (nessuno ha da sapere); quando il sistemaccio viene a galla, il parassita sa che non conviene negare, ma assecondare con le più belle parole di miele l'ospite dissanguato. E oggi? Oggi i tempi richiedono una nuova evoluzione.

Oggi che le difese del Castismo trovano un nemico più concreto delle lamentele sparse, oggi che chiudono le industrie, che la gente non ne può più e che qualcuno - magari chi ha più di quel che merita - dovrebbe evidentemente rinunciare a tanti eccessi... ebbene, oggi che un governo minaccia sobrietà, la corazza dell'insetto succhiasangue deve escogitare un sistema nuovo e disperato di difesa. Questo sistema disperato risponde al nome scientifico di manifesta presa per il culo e la stanno adottando un po' tutti (le sparate di Pisacane e di suoi simili come la Carlucci, i quali probabilmente ci credono davvero). Questa è, secondo alcuni, l'estrema arma di difesa, segno che i castisti sono allo stremo, vicini alla fine. Troppo ottimisti: si sa che un buon parassita l'adattamento ce l'ha nel sangue. Nel suo e in quello della vittima.

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