domenica 16 settembre 2012

Italopia

E' una costante dei paesi democratici: al diffondersi dell'indignazione popolare segue una risposta politica, prima in forma di promesse, quindi tramutandosi in azioni concrete o presunte tali. 
Non vi è nulla di male nel cavalcare l'indignazione: un sistema democratico è tenuto per definizione ad accontentare le maggioranze quando la volontà di queste non cozza con i principi inviolabili dello Stato.

Lo schema dovrebbe essere semplice: se tramite mezzi di raccolta delle informazioni emerge che una grossa fetta di popolazione desidera una legge costituzionale sui vitalizi o sul numero di deputati di Camera e Senato, in un sistema democratico utopisticamente perfetto quei cittadini andrebbero accontentati. Ripristinare la pena di morte per gli eretici, nello stesso sistema perfetto, non sarebbe comunque possibile nemmeno se il 70% della popolazione fosse costituito da inquisitori.
Il problema è che l'Italia non dispone di un sistema democratico utopisticamente perfetto, né ritengo necessario argomentare questa affermazione.

Tutto ciò fa sì che l'indignazione dei cittadini nasca da loro e finisca morendo lentamente attraverso varie eco istituzionali, rimbalzando tra la bocca di questo e quel segretario di partito. Questo gioco al palleggio dura per un po', non tanto fino a quando la gente se ne accorge (ovvero abbastanza presto), ma piuttosto finché non emerge qualcuno che è al di fuori del gioco, che è pulito poiché non ha ancora avuto modo di mentire. Cosa dovrebbero fare gli elettori se non ammassarsi attorno al nuovo che avanza senza nemmeno pensarci? Non è un comportamento biasimabile, ma puro istinto di sopravvivenza.

Se ne stanno accorgendo tutti. Monti teme "derive nazionaliste nell'Europa". Io credo abbia ragione di paventarle. Dopotutto è lo stesso pseudo-presidente che disse "abbiamo aggravato la crisi ma non avevamo altra scelta". Certo che avevate scelta, ne avevate più di una. E se è vero che per rilanciare un'economia distrutta bisogna prendere provvedimenti che nel breve periodo fanno male, è anche vero che essi avrebbero fatto meno male se conditi con riforme di giustizia sociale. Ammesso e non concesso che il potere d'acquisto di una Nazione in ginocchio possa tornare a crescere dopo un presente come questo. Un presente che lascia certo posto a nazionalismi, rivoluzioni e quant'altro segni un distacco con ciò che ha portato a tale situazione.

Prima o poi (più prima che poi), qualcuno farà presente al mondo che questa democrazia è sbagliata. Essa non è reale, è un mondo virtuale alla Matrix che con l'aiuto del capitalismo ci rende tutti dei denutriti sazi. Quando quel qualcuno si farà avanti sarà accolto come un messia e gli oligarchi del mondo lo temeranno come temono il realizzarsi di una democrazia realmente perfetta.

Nessun commento:

Posta un commento