lunedì 17 ottobre 2011

Italia libera (dall'Europa)


Sto avendo sempre più la conferma che ad andare oltre le proprie competenze, a sfidare la propria ignoranza sempre sapendo di non sapere, si fa gran bene.

Ancora una volta è necessario che mettiate da parte le vostre appartenenze politiche (qualora disgraziatamente ne abbiate) e analizziate il modo in cui destra e sinistra parlano dell'appartenenza all'UE (con i rispettivi tormentoni "l'Europa ce lo impone" e "bisogna apprezzare le garanzie democratiche dell'Unione). Ricordandovi che la politica è apparenza, vi chiedo di cancellare entrambe queste ottiche miopi: l'Italia non ha nulla da guadagnare dalla sua appartenenza all'Unione europea.

Su stimolo di un altro blogger mi sono posto la domanda "è davvero utile questo tipo di appartenenza o è economicamente, pericolosamente vincolante?" Nell'articolo che ho linkato a fine post ho trovato delle risposte interessanti a questa domanda e ora non mi perdono di non essere giunto a conclusioni così palesi da solo.
Infondo è una colpa comune, perchè non tutto ciò che è palese è manifesto. In questo caso la realtà è occultata e bisogna essere osservatori disinteressati e acuti per vederla.

Partendo da ciò che tutti noi sappiamo (ad eccezione forse del min.Frattini), l'Italia non conta nulla all'interno dell'UE; i motivi sono altre ovvietà, ovvero l'inaffidabilità dei nostri rappresentanti, la mafiosa corruzione degli stessi e i disastri intrinseci da loro causati. Questa situazione comporta che a tirare i fili dell'Unione sono le potenze degne di questo nome, che peraltro non hanno interesse ad aiutare noi poveri falliti, noi che meritiamo quel che abbiamo (e lo sa bene Tremonti).

Questa situazione porta inevitabilmente a una conseguenza: diventiamo gli schiavi dei crucchi. Cedo la parola (scritta) all'autore dell'articolo a cui mi riferisco, esortandovi a leggere e commentare.

4 commenti:

  1. già, un sud europa(portogallo,spagna.grecia,irlanda,italia) con manovalanza a basso costo per poter essere concorrenziali coi mercati asiatici,costo della vita sostanzialmente basso (per loro ma non per noi)rispetto a germania,francia,inghilterra così che possano investire sia a livello industriale che turistico e a questo punto tanto vale tornare alla lira

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  2. Difatti il discorso è serio. L'unica cosa, che mi è stata fatta notare oggi, è il dispendio derivante dal cambio di valuta (ristampa della lira cartacea e creazione di quella monetaria, più le varie conseguenze indirette). C'è da dire però che forse è molto più dispendioso e pericoloso restare in questa situazione.

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  3. preferisci pagare un debito che tu NON hai contratto verso NON si sa chi o stampare qualche foglio da centomilalire per rilanciare la TUA economia e di conseguenza il TUO benessere ?

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  4. No, appunto! Come volevo dire con "C'è da dire però che forse è molto più dispendioso e pericoloso restare in questa situazione".

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